mercoledì 31 gennaio 2018

Il Mediterraneo nel piatto: la quiche alla mia maniera.



di Lucia Bongiorni

Sarà questo lungo inverno, di pioggia e di grigio; sarà che vedo appena la cima della collina sopra casa mia; sarà che stanotte ho sognato il mare blu e smeraldo e le onde tra cui Venere corse giovinetta. Sarà tutto questo o quel sogno di mare e d'estate che mi pizzica ogni giorno, ma oggi nel piatto metto il Mediterraneo.  La morbida robiola diventa la base di una piccola quiche resa sfiziosa da pomodorini secchi, olive taggiasche e feta, il tutto in un abbraccio di pasta brisée. Fate come me: preparatene usando stampi monoporzione e servitele tiepide con l'aperitivo o come piccolo antipasto con un calice di Frecciarosé Pas Dosé di Frecciarossa. Servitelo per un aperitivo in compagnia: scoprirete che i vostri commensali non sapranno resistere a tanta gustosa grazia. Ancora oggi, infiniti istanti di bien vivre.

Mini quiche alla mia maniera.
In una capiente ciotola, lavorate a crema la robiola a cui aggiungerete le olive taggiasche ben scolate, i pomodorini secchi tagliati a pezzetti, la feta sbriciolata, un uovo intero ed erba cipollina fresca. Regolate con un pizzico di pepe rosa appena macinato, quindi versate il composto nei gusci di pasta brisée o frolla salata che sia, già preparati negli stampi monoporzione. Mettete nel forno ben caldo e lasciate cuocere per circa quindici - venti minuti. Servite le mini quiche tiepide insieme agli altri finger durante l'aperitivo oppure come secondo piatto, accompagnate da una fresca insalata di cicorino, rucola e pomodorini.

domenica 21 gennaio 2018

Una sera d'inverno, una cena...

Arrosto di coppa con castagne e cipolline
di Lucia Bongiorni

Certe sere d'inverno si ha voglia di sentire il caldo profumo delle spezie e del vino: il calore buono dell'arrosto che cuoce lentamente, avvolto in un abbraccio che sa di vino, castagne morbide e pungenti chiodi di garofano.

Per realizzare questo arrosto, per quattro persone, legate una coppa di maiale da circa 800 grammi con un paio di rametti di rosmarino. Prima di cominciare, preparate del buon burro, delle castagne già lasciate ammorbidire in una ciotola con dell'acqua calda, un paio di foglie di alloro, 500 grammi di cipolle borettane, del vino bianco secco.
Fate cuocere le castagne in una pentola d'acqua per circa venti minuti. Nel mentre, mettete una noce di burro nella casseruola, lasciatelo sciogliere quindi rosolate l'arrosto su tutti i lati. Bagnatelo con un bicchiere di vino, quindi regolate di sale, pepe, aggiungete l'alloro e i chiodi di garofano. Scolate le castagne e aggiungetele all'arrosto, che lascerete cuocere per circa un'oretta. Nel frattempo, preparate le cipolle: mettete un cucchiaio di burro in una casseruola a fondo spesso, fatele rosolare, quindi aggiungete un bicchiere di vino bianco secco, regolate di sale e pepe e lasciate cuocere. 

Sorprendentemente morbido e profumato, servite questo goloso secondo piatto accompagnato da un calice di Ruché. 
Una gustosa ricetta di facile esecuzione, per stupire e per stupirsi, una sera d'inverno: infiniti istanti di bien vivre.



domenica 14 gennaio 2018

Il sapore della semplicità



di Lucia Bongiorni
Ricordo la prima torta che ho preparato: poco più che una bambina, ho preso in mano quella vecchia copia dell'Artusi e ho cercato la ricetta della pasta frolla per preparare una crostata. Le torte della mia infanzia profumano di pasta frolla, quella appena ingentilita da una scorzetta di limone grattugiata, e di "fugasa", di focaccia, non quella salata ma la torta semplice e bassa che faceva la nonna Giovanna la domenica pomeriggio. Quella semplice, buona da inzuppare nel latte, fatta di farina, uova, zucchero, burro fuso e l'immancabile lievito Paneangeli. 

Anche la mia torta di oggi profuma di semplice. E' come un pensiero dolce da consumare con una tazza di latte la mattina, a colazione, per dimenticarsi il traffico, la strada, il lavoro, le nostre corse quotidiane tra i mille impegni della nostra frenetica vita: una crostata di pasta frolla - preparata secondo la buona, vecchia ricetta di Pellegrino Artusi - resa golosa e irresistibile da una inconsueta marmellata di una e prugne, da preparare a settembre per rendere più dolci le lunghe notti d'inverno.

Preparate la pasta frolla: per uno stampo da 22 centimetri di diametro, utilizzo 350 grammi di farina, 180 grammi di burro morbidissimo, 150 grammi di zucchero, due uova intere e un rosso, poca scorza di limone grattugiata oppure odore di scorza d'arancia. Prima di cominciare l'impasto, tiro lo zucchero per renderlo finissimo, quindi lo unisco agli altri ingredienti. L'impasto deve essere maneggiato pochissimo: Artusi consigliava addirittura di lavorarlo con la lama di un coltello. Stendete la pasta, lasciandone un poco per la decorazione della torta. Prima di versarvi la marmellata, bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta. Preparate la guarnitura della vostra crostata: a me piace prepararare ogni volta una decorazione diversa, che richiami la marmellata o la crema che sto utilizzando. Oggi la scelta è caduta su foglie di vite e pampini, che sanno d'uva e del rosso della morbida prugna susina. Prendete il tempo per realizzare questo semplice dolce e assaggiatelo domani mattina a colazione: il lunedì - finalmente - comincerà  con un sorriso. 
Piccoli gesti che nascondono infiniti istanti di bien vivre.