martedì 1 maggio 2018

Taccuino di viaggio: Portofino, la "Taverna" e il profumo del blu.


di Lucia Bongiorni.

Dopo Rapallo, verso Santa, comincio ad avere il batticuore. Ogni volta come fosse la prima volta, senza sapere perché. So solo che quella strada, sempre più stretta, sempre più vicina al mare, le rocce a strapiombo sull'acqua, sabbia e ciotoli e cristalli di sole che giocano sulle onde fanno sì che cielo e mare si fondano, e non esistano più o solo il mare o solo il cielo. 

Portofino è dipinta tra il bosco e le rocce come se fosse il capolavoro di un pittore solitario e geniale, che si è divertito a disegnare case dall'anima colorata - un tempo di pescatori - che ora si rispecchiano vanitose sulle acque blu del mare. Amo arrivarvi alla mattina, presto, quando ancora i battelli carichi di turisti devono arrivare alla meta e i camerieri stanno mettendo i fiori sui tavoli dei bar, poco prima dell'apertura. La piazzetta ancora vuota e poco oltre, le barche dei pescatori corteggiati dai gabbiani. Una passeggiata al faro, tra le strette stradine che costeggiano giardini e gli erbosi fossi di montaliana memoria, per un caffè o un aperitivo, mentre le barche si cullano nel mare, per pranzare, poi, all'ombra del portico della Taverna del Marinaio



A pochi passi dalla piazzetta del paese e così vicino al mare, tanto da aver voglia di sorseggiare il tuo vino appoggiata al muretto, la Taverna del Marinaio è un locale accogliente e dalla semplicità elegante, tra i cui tavoli si perde il senso di quel tempo scandito dagli orologi. Il menù  offre piatti tipici della tradizione ligure, come le trofie al pesto e il pesce al verde o all'agro, accostati ad altri dal sapore più "nazionale". Imperdibile l'antipasto della casa, una piccola composizione di delizia e grazia: gamberi marinati con la cipolla di tropea, insalata di polpo tiepida con i carciofi; tortino di zucchine, alici marinate e un sapido tonno affumicato accompagnato dal pomodoro fresco. L'accostamento degli assaggi è equilibrato, delicato e intenso allo stesso tempo, reso ancora più stuzzicante dalla tradizionale acciuga servita sul peperone, scottato e ancora croccante.


Il giallo agro del limone profuma invece il secondo piatto da me scelto a completamento di questo pranzo, la sogliola alla mugnaia.  Semplice e di origine francese, ma capace di conquistare ogni palato.





Solo dopo aver bevuto il caffè, mi rendo conto del tempo trascorso all'ombra amica della Taverna del Marinaio, tra la bontà e la seduzione di un paese incantevole, uno dei miei luoghi del cuore. Per questo che ogni volta  è come se fosse la prima: dopo Rapallo, dopo Santa, il mio sguardo si perde tra cielo e mare, per ritrovarsi, poi, nelle case colorate che si specchiano tra le barche e i gabbiani. Si perde così il mio sguardo di bambina che sogna e ascolta le parole che si rincorrono nel suo cuore: cerco, per il mio taccuino, quella parola "che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta". Infiniti istanti di bien vivre.