lunedì 4 marzo 2019

Sorsi d'Irpinia, sorsi di gusto



di Lucia Bongiorni

In un lunedì pomeriggio insolito, nella cornice dall'atmosfera preziosa e rarefatta dell'enoteca Hic di Milano, Altro Palato Distribuzione ha presentato le etichette selezionate e presenti nel catalogo Sorsi d'Irpinia 2019

Cinque piccoli produttori campani, cinque storie di famiglia e passione per il vino, un solo territorio: l'Irpinia, una zona dalle forti escursioni climatiche e dai terreni di origine vulcanica in cui nascono vini eleganti e profumati. Se ogni bottiglia racconta un'annata e un territorio, ogni cantina racconta una storia. Se il filo conduttore di questa presentazione si può riconoscere nella volontà di far conoscere un territorio particolarmente vocato a una produzione eccellente, durante la degustazione ho potuto scoprire il filo rosso che lega i produttori presenti: l'amore per un lavoro duro ma pieno di vita e per quel vino che - come diceva Aristotele - conforta la speranza.

Sertura, vignaioli in Irpinia
Giancarlo Barbieri di Sertura, vignaiolo in Irpinia, propone i suoi Fiano di Avellino DOCG del 2017 e il Greco di Tufo DOCG dello stesso anno, dal sapore fresco, floreale con una nota sapida al palato, l'Aglianico DOC - dalla nota profumata di frutti rossi - e il suo Taurasi DOCG. L'azienda Sertura nasce quando Giancarlo decide, da conferitore, di mettersi in proprio. Nel 2013, uscendo con i suoi primi vini imbottigliati, prende vita la sua cantina, capace di produrre un vino elegante e rispettoso del suo territorio di nascita.


Irpinia Aglianico DOC Stefania Barbot
Stefania Barbot, dell'omonima azienda agricola, propone due vini che profumano di memoria, di tempo e di nostalgia: Ion e Fren, entrambi a base di uve aglianico e dalla storia straordinaria. Stefania, milanese di nascita ma campana d'adozione, ha trasformato un sogno in realtà. Il cuore tra i filari: desiderio e volontà hanno fatto il resto. 

Taurasi DOCG Fren Stefania Barbot
Ion, ἴον, viola come il colore del vino e come i piccoli fiori che nascono e si nascondono tra le siepi nel tepore di marzo; Fren, φρήν, anima ma vorrei dire anche ricordo, perché nasce da longevi vigneti - di quasi settant'anni di età e coltivati a starsete - che rivelano nel fusto lo scorrere del tempo. Entrambi interessanti, ricordano all'olfatto i frutti rossi; il colore intenso, la nota di ciliegia e un improvviso ricordo antico che torna ai miei sensi, fanno sì che Fren sia quel vino che mi evoca una serata senza tempo davanti al camino.

Fiano d'Avellino DOCG Numero Primo VentitréFilari
"Ventitré filari e un'azienda giovane" - mi dicono con orgoglio - in cui nasce il Fiano d'Avellino Numero Primo dell'azienda agricola VentitréFilari di Montefredane. La storia della vigna di nonno Alfonso, nato proprio nel 1923,  mi ricorda artigianalità e la vendemmia come una festa.

Greco di Tufo DOCG Sphera di Cennerazzo

Le cantine Cennerazzo di Torrioni producono invece un solo vino, il Greco di Tufo DOCG Sphera: una scelta forse inconsueta dettata, però, dalla volontà di raggiungere un alto livello qualitativo e dall'idea di coronare un sogno, quello di Sebastiano Cennerazzo.Sebastiano e i suoi figli portano avanti la tradizione del loro territorio e la risolutezza - come loro stessi dichiarano - di "affermare uno stile prima ancora di poter vendere prodotto". 

Taurasi DOCG Borgodangelo
Ancora dal cuore dell'Irpinia altri vini straordinari prodotti dalla Società agricola Borgodangelo: Irpinia Campi Taurasini DOC, il Taurasi DOCG, rossi di grande tradizione che ben si sposano ai piatti più saporiti della tradizione campana e non, a cui si aggiungono il fresco Irpinia Rosato, ottenuto in purezza, e il Greco di Tufo DOCG. 

Sembra improvvisamente facile chiacchierare di vino e di profumi e di ricordi e di sensazioni in questo pomeriggio: ci troviamo sconosciuti ma quasi amici con un calice di vino tra le mani e il sorriso sulle labbra. 
Saluti, stringi la mano e conosci i produttori. Ognuno di essi ha una storia che merita ben più spazio di queste poche righe, perché fatta di tradizione e innovazione. Perché fatta, innanzitutto, da un sogno che vuole diventare realtà. Tra una parola e l'altra, cresce il desiderio di visitare un territorio, l'Irpinia, dal suolo straordinario e dalla gente capace di produrre un vino che si vuole far risalire al VII secolo a.C.
Stringi la mano, saluti e ringrazi i produttori: un saluto che non vuole essere un addio, bensì un arrivederci. Infiniti istanti di bien vivre.

2 commenti:

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    1. Per avere informazioni e sapere dove acquistarli, ti conviene visitare il sito www.altropalato.it!

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