di Lucia Bongiorni
In un lunedì pomeriggio insolito, nella cornice dall'atmosfera preziosa e rarefatta dell'enoteca Hic di Milano, Altro Palato Distribuzione ha presentato le etichette selezionate e presenti nel catalogo Sorsi d'Irpinia 2019.
Cinque piccoli produttori campani, cinque storie di famiglia e passione per il vino, un solo territorio: l'Irpinia, una zona dalle forti escursioni climatiche e dai terreni di origine vulcanica in cui nascono vini eleganti e profumati. Se ogni bottiglia racconta un'annata e un territorio, ogni cantina racconta una storia. Se il filo conduttore di questa presentazione si può riconoscere nella volontà di far conoscere un territorio particolarmente vocato a una produzione eccellente, durante la degustazione ho potuto scoprire il filo rosso che lega i produttori presenti: l'amore per un lavoro duro ma pieno di vita e per quel vino che - come diceva Aristotele - conforta la speranza.
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Sertura, vignaioli in Irpinia |
Giancarlo Barbieri di Sertura, vignaiolo in Irpinia, propone i suoi Fiano di Avellino DOCG del 2017 e il Greco di Tufo DOCG dello stesso anno, dal sapore fresco, floreale con una nota sapida al palato, l'Aglianico DOC - dalla nota profumata di frutti rossi - e il suo Taurasi DOCG. L'azienda Sertura nasce quando Giancarlo decide, da conferitore, di mettersi in proprio. Nel 2013, uscendo con i suoi primi vini imbottigliati, prende vita la sua cantina, capace di produrre un vino elegante e rispettoso del suo territorio di nascita.
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Irpinia Aglianico DOC Stefania Barbot |
Stefania Barbot, dell'omonima azienda agricola, propone due vini che profumano di memoria, di tempo e di nostalgia: Ion e Fren, entrambi a base di uve aglianico e dalla storia straordinaria. Stefania, milanese di nascita ma campana d'adozione, ha trasformato un sogno in realtà. Il cuore tra i filari: desiderio e volontà hanno fatto il resto.
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Taurasi DOCG Fren Stefania Barbot |
Ion, ἴον, viola come il colore del vino e come i piccoli fiori che nascono e si nascondono tra le siepi nel tepore di marzo; Fren, φρήν, anima ma vorrei dire anche ricordo, perché nasce da longevi vigneti - di quasi settant'anni di età e coltivati a starsete - che rivelano nel fusto lo scorrere del tempo. Entrambi interessanti, ricordano all'olfatto i frutti rossi; il colore intenso, la nota di ciliegia e un improvviso ricordo antico che torna ai miei sensi, fanno sì che Fren sia quel vino che mi evoca una serata senza tempo davanti al camino.
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Fiano d'Avellino DOCG Numero Primo VentitréFilari |
"Ventitré filari e un'azienda giovane" - mi dicono con orgoglio - in cui nasce il Fiano d'Avellino Numero Primo dell'azienda agricola VentitréFilari di Montefredane. La storia della vigna di nonno Alfonso, nato proprio nel 1923, mi ricorda artigianalità e la vendemmia come una festa.
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Greco di Tufo DOCG Sphera di Cennerazzo |
Le cantine Cennerazzo di Torrioni producono invece un solo vino, il Greco di Tufo DOCG Sphera: una scelta forse inconsueta dettata, però, dalla volontà di raggiungere un alto livello qualitativo e dall'idea di coronare un sogno, quello di Sebastiano Cennerazzo.Sebastiano e i suoi figli portano avanti la tradizione del loro territorio e la risolutezza - come loro stessi dichiarano - di "affermare uno stile prima ancora di poter vendere prodotto".
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Taurasi DOCG Borgodangelo |
Ancora dal cuore dell'Irpinia altri vini straordinari prodotti dalla Società agricola Borgodangelo: Irpinia Campi Taurasini DOC, il Taurasi DOCG, rossi di grande tradizione che ben si sposano ai piatti più saporiti della tradizione campana e non, a cui si aggiungono il fresco Irpinia Rosato, ottenuto in purezza, e il Greco di Tufo DOCG.
Sembra improvvisamente facile chiacchierare di vino e di profumi e di ricordi e di sensazioni in questo pomeriggio: ci troviamo sconosciuti ma quasi amici con un calice di vino tra le mani e il sorriso sulle labbra.
Saluti, stringi la mano e conosci i produttori. Ognuno di essi ha una storia che merita ben più spazio di queste poche righe, perché fatta di tradizione e innovazione. Perché fatta, innanzitutto, da un sogno che vuole diventare realtà. Tra una parola e l'altra, cresce il desiderio di visitare un territorio, l'Irpinia, dal suolo straordinario e dalla gente capace di produrre un vino che si vuole far risalire al VII secolo a.C.
Stringi la mano, saluti e ringrazi i produttori: un saluto che non vuole essere un addio, bensì un arrivederci. Infiniti istanti di bien vivre.
Voglio assaggiarli...
RispondiEliminaPer avere informazioni e sapere dove acquistarli, ti conviene visitare il sito www.altropalato.it!
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