di Lucia Bongiorni
Accade così, all'improvviso: un profumo intenso
ti costringe a fermarti e a pensare. Una fragranza - oppure una sensazione - fervida che si spande nel
vicolo, da non sai dove, ti avvolge come in una nuvola, come in un tiepido e
frizzante abbraccio ricevuto d'improvviso una mattina d'ottobre. L’aroma arriva
dalla collina o dalle cantine di pietra; il paese stesso è l’aroma che senti. Inaspettatamente, la memoria gioca la sua carta più preziosa, la carta del tempo
che torna, del ricordo che si accende e, come nel celebre passaggio proustiano
della madeleine inzuppata nel the, quel sentimento d’autunno rimesta ricordi ed emozioni. Tornano così i profumi, i suoni
che accompagnavano le vendemmie della tua infanzia. La memoria è un gioco di
carte; d’improvviso riscopriamo il tempo perduto di alcuni istanti della nostra
infanzia e di quel dolce speciale che ci preparava la nonna.
Anche questo significa ritrovare il nostro tempo:
riscoprire il sapore antico del mosto e del vino.
"Quand d’un passé ancien rien ne subsiste, après la mort des êtres, après la destruction des choses seules, plus frêles mais plus vivaces, plus immatérielles, plus persistantes, plus fidèles, l’odeur et la saveur restent encore longtemps, comme des âmes, à se rappeler, à attendre, à espérer, sur la ruine de tout le reste, à porter sans fléchir, sur leur gouttelette presque impalpable, l’édifice immense du souvenir". Marcel Proust, A la recherche du temps perdu, Du côté de chez Swann.
Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo. M. Proust, La ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann.
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