martedì 1 novembre 2016

La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene: la fonduta di Pellegrino Artusi.




di Lucia Bongiorni

Ha le pagine ingiallite e il filo della rilegatura sembra che stia per rompersi, tante le volte che l'ho sfogliato, eppure non posso rinunciare a questa vecchia copia degli anni Sessanta de La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene di Pellegrino Artusi. Non posso rinunciarvi perché ero poco più di una bambina quando ho cominciato a sfogliarlo; non posso rinunciarvi perché la prima volta che ho preparato il Pane di Spagna avevo questo libro aperto sul tavolo, davanti a me. Non posso rinunciarvi perché grazie a questa vecchia, logora edizione dell'Artusi ho cominciato ad amare la cucina.
Ritrovare il proprio tempo significa anche fermarsi a sfogliare un vecchio libro di cucina, riscoprire profumi e ricordi pagina dopo pagina, ricetta dopo ricetta. Ricordi e profumi d’autunno proposti ai vostri commensali in una ricetta squisitamente autunnale.

Cacimperio (Fonduta)

Fontina, senza crosta, grammi 400
Burro, grammi 80
Rossi d’uovo, 4
Latte, quanto basta.
La fontina è un formaggio simile al gruviera, ma più grasso.
Tagliatela a piccoli dadi e tenetela due ore in infusione nel latte. Mettete il burro e quando avrà preso colore, versatevi la fontina, ma del latte, ove è stata in molle, lasciatene due sole cucchiaiate. Lavoratela molto con il mestolo, senza farla bollire e quando il formaggio sarà tutto sciolto ritiratela dal fuoco rimestandola ancora e, d’inverno, versatela in un recipiente caldo.
Se è venuta bene non dev’essere né granulosa né fare fili, ma aver l’apparenza di una densa crema.
Si serve con uno strato superficiale di tartufi bianchi crudi tagliati a fettine sottili come un velo.




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