martedì 24 dicembre 2019

Quella Vigilia di tanto tempo fa



I ricordi sono profumi, i profumi ricordi. La Vigilia di Natale profumava di attesa - un tempo - e profumava di funghi lasciati sobbollire pian piano al caldo buono della stufa a legna. Tanti anni fa la Vigilia di Natale faceva freddo, tanto freddo, e nel buio della notte io vedevo - nella strada tra Voghera e Rivanazzano - la scritta illuminata del Ciabot e per me era già casa. La Vigilia era l'attesa del Natale: nel mio cuore di bambina sapevo che sarebbe passato Gesù Bambino con quei doni che oggi sono così consueti, ma un tempo no. La Vigilia era di magro, e mia nonna pensava a cosa preparare, alla tovaglia più bella che avrebbe incorniciato la nostra tavola e la notte di Natale era un po' più lunga delle altre, perché c'era la messa di mezzanotte e tutto aveva un sapore diverso. La notte della Vigilia aveva il profumo dell'incenso ed era illuminata solo dalle timide luci del presepe. La capanna con la stella cometa, il pozzo dalle acque diafane poco oltre, i pastori con le timide greggi che vegliavano. Il castello di Erode là, lontano, sulla collina, oltre le palme, oltre i torrenti di carta stagnola, oltre i piccoli laghetti presso cui pescatori meno accorti erano stati colti dal sonno. 

In fondo, oggi basterebbe ricordarsi di quella Vigilia di tanto tempo fa per ritrovare il bambino che si è addormentato dentro di noi, quello che ancora si commuove per una semplice carezza.

Che sia ancor così, questa mia Vigilia e che possano, i miei "venticinque lettori", amarne ancora l'attesa e la semplicità, proprio come quando eravamo bambini.

Tanti auguri.

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