lunedì 17 ottobre 2016

La Locanda del Seicento: tra incanto ed emozione.



di Lucia Bongiorni

Una dimora secentesca, costruita quando gli spagnoli ancora controllavano parte del Nord Italia; antica abitazione del condottiero Ambrogio Spinola, marchese di Los Balbases poi divenuta “Osteria spagnola” e punto di ritrovo per i viandanti, la Locanda del Seicento di Casalnoceto (AL) conserva ancora oggi l’atmosfera che doveva avere molti lustri fa, quando era la signorile abitazione del Governatore dello Stato di Milano.
La selezione dello chef Virgilio Zubiani. Il primo piano, sformato di Montebore con tartufo nero.


 Un luogo delizioso, un ambiente incantevole, in cui la ricerca del gusto e il sapore di un certo tempo passato si intrecciano in perfetta armonia. Per festeggiare un’occasione o semplicemente per trascorrere una serata tra le coccole dello staff e il raffinato ventaglio di preparazioni elaborate dallo chef Virgilio Zubiani, La locanda del Seicento è uno dei locali che prediligo. L’accoglienza è sempre cordiale, l’atmosfera calda; il menù propone piatti a chilometri zero che sanno valorizzare la più antica tradizione della cucina piemontese e casalnocetese, tra le mie predilette. A coronamento delle proposte dello chef, l’interessante cantina de La locanda del Seicento sa accontentare tutti i gusti: la carta dei vini è ampia e dà la possibilità di scegliere tra le migliori etichette piemontesi e non. Imperdibili, tra le proposte del menù invernale, lo sformato di Montebore con tartufo nero e la selezione di salumi con funghi porcini di credenza. La tagliata di fassona piemontese con verdure servita sulla pietra calda, poi, è profumata e morbidissima; il filetto di vitello con porcini freschi si svela in uno scrigno di crosta di patate, croccante e intrigante: il profumo del bosco autunnale si nasconde nella bontà dei porcini, il cui aroma esalta quello del tenerissimo filetto di carne rigorosamente piemontese. 
Barbera d'Asti La Court, vendemmia 2011

La dolce e inaspettata sorpresa finale si nasconde nella bavarese di castagne con stecca di cioccolato, quando le luci s’abbassano e rimane la luce soffusa delle candele e delle delicate lampade della piccola ed intima sala, rimasta pressoché intatta dai tempi degli spagnoli: infiniti ed indimenticabili istanti di bien vivre.

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